Dal 11 febbraio al 10 marzo 2021

 

A cura di Cristina Gilda Artese

 

L’opening si svolgerà mercoledì 10 febbraio nelle modalità consentite dal decreto ministeriale in vigore.

Solo su invito, prenotazione e dietro avvenuta conferma da parte della galleria con 2 turni di accesso:

dalle 18 alle 19 e dalle 19 alle 20.

 

 

Gilda Contemporary Art presenta LEILI, mostra bipersonale di Darya Ershad e Janan Nozari a cura di Cristina Gilda Artese.

 

Darya Ershad e Janan Nozari si interrogano sul tema dell’identità femminile e su stereotipi forse antiquati che tuttavia non sono ancora definibili “antichi”, in quanto oggetto di continuo dibattito anche nell’epoca contemporanea.

I loro interrogativi, partendo dalla forte matrice genetica di donne medio orientali, passa attraverso le contaminazioni e lo sguardo rivolto a nuovi modelli femminili occidentali, senza trovare risposte certe ed assolute.

Sorprendente come questa tematica, per nulla risolta in un’epoca di speranzoso quanto lontano superamento di alcuni limiti e confini per la donna, si riproponga in termini ancora più contraddittori, laddove la femminilità non si traduce più solo in una scelta autodeterministica dell’essere donna – madre o donna indipendente e emancipata.

Nel tempo in cui la maternità non attiene più solo al sesso del genitore o alla capacità di generare, essere donna non può più solo identificarsi in questa scelta, per quanto viscerale e storicamente fortemente identitaria sia da un punto di vista sociologico sia ideologico.

Tanti sono gli aspetti che si intravedono nelle trame di circa una ventina di opere presenti in mostra, quasi tutte di piccolo formato, dove tessuti fili, ricami, rammendi intessono un dialogo tra le due donne che va oltre i confini delle proprie origini e si rivolge a tutto il panorama femminile.

La Ershad tinge i tessuti utilizzati con pigmenti naturali e sovrappone le trasparenze dei materiali, quasi a significare le tante sfaccettature di un unico sentire, lasciando sfuggire fili sottili e ramificati; la Nozari utilizza indumenti intimi, calze e collant (simbolo storico della liberazione del corpo della donna) montati su cerchi, che richiamano i telai da ricamo e che evocano emozioni contrastanti di intime paure ed erotiche aspettative.

In mostra anche un’opera di medie dimensioni eseguita in Italia da Darya Ershad ma concepita e progettata insieme alla collega Janan Nozari attualmente residente in Iran, dove parola e poesia in lingua farsi, ricamate sul tessuto si fondono unendo le anime delle due artiste anche biograficamente diverse seppur affini.

 

 

Biografie

Darya Ershad nata a Shiraz nel 1983. Laureata a Tehran in pittura presso l’università Art & Architecture di Tehran.

Nel 2008 decide di partire per l’Italia per specializzarsi in “Fashion Design” presso L’Accademia di Belle Arti di Brera.

Ma la sua vera passione non era tanto la moda quanto il teatro, perciò ha iniziato ad avvicinarsi al mondo degli spettacoli di scena, collaborando con teatri e atelier come costumista per diversi anni. Ed è grazie al contatto con i tessuti ed i vari materiali che prende forma una nuova possibilità per esprimere le sue idee: nei suoi ultimi lavori si vedono infatti diversi strati di stoffe, fili e nodi che raccontano storie e ricordi della sua vita e, forse, di tutte le Donne.

 

 

Janan Nozari nata in Iran nel 1983, vive e lavora tra Tehran e Rasht. Si è laureata in pittura alla Sureh University di Shiraz e poi si è specializzata in Illustrazione presso l’Art University di Tehran. Fondamentale la sua esperienza in età adulta in India, dove ha vissuto per svariati anni.

Nei suoi lavori utilizza indistintamente la pittura, la fotografia, e l’installazione, ma è principalmente nell’utilizzo del ricamo e nella sperimentazione sui tessuti che si trova il centro della sua esplorazione.

Le sue opere sono ispirate dalla vita e dal corpo delle donna, dall’impulso femminile al dare la vita. Temi quali l’identità e l’espressione di genere, il rapporto con la storia del femminismo sono continuamente esplorati all’interno della sua poetica.

Sebbene sia profondamente influenzata dalle sue origini artistiche Iraniane, in particolare dalle antiche miniature persiane, guarda al mondo contemporaneo attraverso la lente dell’arte moderna.

Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali in Iran, Francia, Dubai e Kuwait.

Visita virtuale della mostra con il Tour 3D