In occasione del Salone del Mobile 2019, Florencia Martinez presenta un progetto made specific per il piccolo ma prezioso piano superiore di Gilda Contemporary Art, e dal titolo Hapiness.

L’artista argentina si sperimenta in un’operazione di art design inspirata alla figura discussa e spesso contestata della sovrana francese Maria Antonietta.
Martinez, incuriosita dalla figura della donna, andata in sposa a soli 14 anni e divenuta sovrana in età giovanissima, ne coglie alcuni aspetti biografici che ne ridimensionano l’aspetto di perfida e cinica sovrana. Sovrana sedicenne Maria Antonietta va alla ricerca di uno stile proprio che la possa far apparire meritevole di rispetto e di riverenza; è così che per lei vengono ideate delle quantomeno rocambolesche acconciature, che si sviluppano per una dimensione pari al doppio della propria testa, su una struttura metallica sulla quale vengono sviluppate imbottiture, avvolte ciocche di capelli ma anche posizionati arditamente fiori, frutta fresca ed animali impagliati.
Martinez rimane quasi intenerita da questa volontà di apparire e di affrancare il proprio ruolo di sovrana, fino a provarne persino pietà per questa celata fragilità emotiva, segnale chiaro di insicurezza. Al tempo stesso coglie una similitudine con comportamenti che vanno al di là del contesto storico specifico e che riguardano la femminilità in genere, sino ad arrivare all’epoca contemporanea.
Pochi sanno l’acconciatura di Maria Antonietta studiata per lei dal suo parrucchiere di fiducia e che poi diventò moda del secolo, veniva chiamata pouf du sentiment poichè il parrucchiere si prefiggeva l’obiettivo di interpretare a suo modo i sentimenti della donna ed ogni acconciatura era pertanto ispirata e pensata sulla donna specifica ed al suo particolare modo di essere o stato d’animo. Da quella acconciatura, solo pochi anni dopo, nacque il complemento d’arredo denominato pouf.
Le coloratissime sedute presentate dalla Martinez, su una tavolozza di colori complementari che incontrano inaspettatamente i primari, pur mantenendo a tutti gli effetti la loro primaria funzionalità, portano con sé il marchio distintivo dell’artista, dal momento che sono realizzate con i moduli tessili (dei piccoli fagottini colorati legati con filo) che ne hanno contraddistinto le opere negli ultimi anni.
Un’operazione a tutti gli effetti di art design, dove l’artista porta stile, ma anche anima, oltre che alcuni segni riconoscibili del proprio lavoro d’artista, ma per “asservirli” questa volta, gioiosamente, ad una specifica funzione: il sedersi, il rilassarsi, per sognare, così, sopra pensiero.
In mostra anche degli arazzi inspirati alla figura della sovrana, che in qualche modo contestualizzano le piccole sedute all’interno del suggestivo piano superiore della galleria milanese, nel cuore delle 5 Vie.