Finissage

“Presenza” & “Tutto è uno, uno è tutto” con performance-azione “L’acqua Trasforma”

Finissage

“Presenza” & “Tutto è uno, uno è tutto” con Performance-azione “L’acqua Trasforma”

Sabato 24 giugno dalle ore 10:30
INGRESSO SOLO SU INVITO O REGISTRAZIONE
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Gilda Contemporary Art In collaborazione con arsprima associazione per la promozione delle arti contemporanee, vi invita al finissage della mostra “Presenza” di Pietro Broggini, in occasione dei 10 anni dalla sua scomparsa. La personale, accoglie le opere pubblicate nel catalogo “Skylines over me” arsprima edizioni editato in una personale commemorativa del 2013.

Broggini, da anni viveva in Germania a Francoforte sul Meno dove esercitava la propria professione di consulente nel settore dell’alta finanza; proprio a Francoforte, città legata da un gemellaggio culturale a Milano, sono state scattate tra gli anni 2008 e il 2012 le foto esposte della serie “Skylines over me”. Il profilo degli skylines, l’area industriale e lo snodo logistico della città, attraverso lo sguardo dell’artista diventano luoghi dal contorno avveniristico, dove l’uomo appare come ombra sovrapposta. Il riflesso della luce di un palazzo sul fiume diventa sorprendentemente simile al profilo di un volto. Simbolo della propria anima, l’ombra è proprio lì, ai piedi di imponenti grattacieli e pulsa insieme alle luci artificiali che paiono diventare segnale di presenza di entità superiori. Un suggestivo gioco di luci e colori che muta il reale e conduce lo spettatore in un viaggio onirico verso una città che cambia e che diventa motivo di spunto e di riflessione in una città come Milano che negli ultimi anni è coinvolta da un importante progetto di mutazione del piano urbanistico. Le opere dell’artista sono messe a disposizione di arsprima dagli eredi di Pietro Broggini affinchè l’associazione ne promuova e ne divulghi la ricerca ed il valore artistico nel tempo.

Inoltre durante la mattinata e in occasione della chiusura della sua mostra “Tutto è uno, uno è tutto” l’artista Francesca Romana Pinzari si esibirà in un’azione dal titolo “L’acqua trasforma”.
La mostra verte sui concetti di geometria sacra e sulla potenza della vibrazione delle parole e, nel giorno del finissage, l’artista aggiungerà come ulteriore elemento la memoria dell’acqua. Secondo le teorie di Masaru Emoto, l’acqua ha una memoria e può assimilare le vibrazioni alle quali viene esposta, subendo l’influenza delle parole e delle intenzioni che la circondano e trasmettendole a sua volta essendo un potente conduttore. La chiusura della mostra coincide con il giorno dopo la notte di San Giovanni che l’artista celebra ogni anno con i riti del solstizio e della “guazza” preparata la notte prima raccogliendo erbe e fiori nei campi dopo il tramonto.

Francesca Romana Pinzari
è nata a Perth, in Australia, nel 1976. Vive e lavora a Roma. Lavora con video, installazione, performance, scultura e pittura. La sua ricerca parte dal corpo per parlare d’identità fisica, culturale, politica e religiosa. Concetti come la violenza domestica, diversity e radici culturali vengono affrontati con un approccio di stampo performativo che porta l’artista alla realizzazione anche di manufatti scultorei, pittorici o installativi di diversa natura a seconda del progetto espositivo. Molti dei suoi materiali li trova passeggiando nei boschi come arbusti spinosi, esoscheletri di cicale, pelli di serpente o aculei di istrice. Nelle sue installazioni e disegni fatti di crini di cavallo e di suoi stessi capelli intrecciati il rapporto con il corpo e l’organico diventa immediato, mentre nella creazione di cristalli il lento e laborioso rituale alchemico che svolge in solitaria nel suo laboratorio non è visibile ma si lascia intuire dal prezioso ed inusuale materiale che ricopre le sue sculture. Dal 1999 espone i suoi lavori in Italia e all’estero, tra le principali mostre più recenti si citano: Nel 2022 “Savona Connexxion” Festival di arte contemporanea a Savona, “Visibilia” al Museo Palazzo Ducale a Gubbio e la performance a Palermo “The tilted body” per la Biennale Arcipelago Mediterraneo. Nel 2021 “Alem, Arte italiana in pandemia” al Museo di Arte Contemporanea dell’Università di San Paulo e nel 2017 la personale “Supernatural” presso Gilda Contemporary Art. Ha vinto numerosi premi tra cui: lo Special Prize Riccardo Costantini Gallery all’Arteam Cup 2016, nel 2011 il Premio Giovani Talenti del Comune di Roma e la residenza alla SVA di New York, nel 2010 è finalista al Premio Celeste.

Pietro Broggini (Raffaele Lino)
Nato nel 1971 a Milano. Nel 1985, all’età di 14 anni, Pietro si trasferisce a Como dove frequenta il Liceo Classico e si avvicina allo studio della filosofia e della storia dell’arte per la prima volta. Dalla necessità emotiva di riuscire a catturare momenti e sensazioni ed interpretarli a proprio modo nasce dal 1985 il suo interesse per la fotografia. In questi anni Pietro ama sperimentare anche con la Polaroid e con tutte le tecniche al lui accessibili. Troppo raramente riesce ad ottenere risultati sufficienti a trasmettere il proprio messaggio attraverso la fotografia. È solo molto più tardi, nel 2003, che Pietro compra la sua prima fotocamera reflex digitale e inizia a sperimentare con la luce e colori e a scoprire il mondo della fotografia digitale. Nel frattempo il suo interesse per l’architettura lo ha portato a vivere nella metropoli finanziaria Francoforte sul Meno. Ancora un periodo di forti mutamenti, che sono ben visibili nelle sue fotografie. Questo periodo Pietro lo descrive come uno “stravolgimento emotivo”, ma necessaria esperienza di vita. Un confronto sui valori fondamentali: cosa è fondamentale, cosa perduto, cosa reale. Attraverso Cristina Gilda Artese e l’associazione arsprima inizia ad esporre le proprie foto in contesti ufficiali sia in Italia sia in Germania ed ultimamente a Praga. Pietro è scomparso prematuramente nel giugno 2013, ma il suo lavoro di fotografo continua ad emozionare e ad essere fonte di interesse per appassionati di fotografia.